Letizia Barbetti, sei una giovane cantautrice che scrive canzoni bellissime. Qual è la tua fonte di ispirazione per scrivere i tuoi brani?
I miei brani nascono dalla mia esperienza emotiva e dalla mia empatia verso le storie altrui. Raccolgo lettere, frasi, immagini e parole e le metto in ordine quando arriva la musica. Attualmente scrivo su type beat e basi, ma il mio prossimo obiettivo è scrivere di più con lo strumento per un approccio più consapevole.
C’è una canzone tra quelle che hai pubblicato che ritieni particolarmente speciale?
Sì, “Ninfee di Monet”. Parla di un male invisibile che ti svuota. Diverse persone mi hanno confessato di essersi ritrovate in quelle parole. Questo mi dispiace, ma spero possa essere un abbraccio nel momento del bisogno.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri come cantautrice?
Mi piacerebbe raccogliere i brani scritti da quando mi sono trasferita a Milano e vederli pubblicati anche su vinile. Voglio continuare a sostenere i sogni dei bambini di “Make a Wish”, un’associazione che realizza i desideri dei bambini malati in Italia.
Quali sono state le tue sfide più grandi in ambito artistico?
Le sfide più grandi sono state superare alcune frasi negative di una vocal coach e un maestro. Mi avevano detto che non ci sarebbe stata buona musica per me e che non sarei riuscita a prendere la patente. Queste parole mi hanno creato insicurezze, ma la musica per me è un bisogno personale. Ho incontrato maestri di vita che stimo e rispetto, e questo mi ha aiutato molto.
Come riesci a bilanciare gli impegni accademici con quelli della tua carriera musicale?
La vita accademica è molto impegnativa e mi sento sempre un passo indietro, quindi pretendo molto da me stessa. Non credo ancora di avere una vera “carriera musicale”; sono in formazione. A marzo è uscito il mio primo EP, frutto di molti sacrifici e anni di lavoro. Spero di continuare a produrre i miei brani, perché ci tengo molto al mio progetto.
C’è un messaggio particolare che desideri trasmettere al tuo pubblico attraverso la tua musica?
Proteggere l’amore e non vergognarsi mai delle proprie fragilità.”